Colpa vostra, poveri superuomini, di queste immagini di carta, volteggianti nell'aria di una fantasia astuta, sadica e maligna.
Non si respira più aria buona, quasi non ne sentite il bisogno, fumi disarmanti, etere ipogeo.
O voi superuomini per le vie del cuore non vi addentrate, egocentriche anime di stagnola, lucide e vittoriose in questa vostra realtà.
Erano queste le parole che A. scriveva sul retro della foto. Quella foto scattata quando la memoria non era ancora così crudele. Quando, ciò che i superuomini non chiamano né destino né caso, non gli aveva mostrato ancora nulla: non c'era stato ancora il "bello", quel bello che poi, irrimediabilmente, è tramutato in altro, logorandolo.
"...non dirmi neanche che vuoi stare lontano, che è peggio [...] Avrei bisogno di vederti, so che non ti va ma devo dirti soltanto una cosa importante [...] stupido ♥."
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