lunedì 28 novembre 2011

Vodka+Lemon & BirraChiara & SostanzeVarie

Non dico niente.

-Mannò che non l'ha capito, ripeteva al maestro-




_mi addolcisce il fegato ripensare quello scatolone di miele che mi regalasti al mare, d’inverno_
  
stomaco al miele. conati di caramelle imminenti. 

Filtri con le iniziali del tuo nome. Esse. Enne. Effe. Elle. Emme. Simulazioni d'avaria mnemotica.

Thè nero. 
Non dico niente.

giovedì 17 novembre 2011

Sambuca & DiscorsiDiMerda

Si sfornano post come Mario col pane.
Non si andrà più a fare il bagno nello stagno.
Non cadranno più foglie dolci a primavera.
Non si dipingeranno più strane virtù a forma di cuore col tuo nome.
Non si farà più il bilanciamento sconvolto del bianco.
Non soffriremo più di manie d'antagonismo.
Non mi chiederò il perché non ci si scrive più.
Non più ci tireremo contro le bottiglie di brillantini mentre suona il carillon. 
Non si andrà più a Sorrento per far perdere la verginità all'amore.
Non si vedranno più concerti di Giorgio Canali.
Il miele contrito, gli accendini scarichi, le mani nere sulla pelle non esisteranno più.
Non si sparerà più a salve sulle parole che hai leccato.
Non più incubi al posto dei sogni di neve.
Non ti farò più venire, i brividi.
Non si giocherà più al piccolo chimico.
Non immaginerò più la cena.
Non ci sarà più ne guerra ne brace.
Non si piangerà più ascoltando Chopin, ne si riderà su Mendelssohn.
Non vomiteranno più note stonate le mie chitarre dimenticate.
Non più ci saranno anadrammi nascosti tra le mie parole a vapore.
Non compreremo più preservativi per i nostri gavettoni autunnali.
Non ci saranno più giochi di carote.
Non ci saranno più.


A. ha trovato la .

lunedì 14 novembre 2011

Guinness & Sambuca & SostanzeVarie

Tornerò, un giorno, a guardare quel film, su qualche letto indisciplinato per abbandonare sui marciapiedi dei miei incubi questi stati d'animo che sembrano i binari delle montagne russe. Per i miei attacchi di panico, che a volte ritornano. Per il mio non andare più a "puttane". Per tutte queste sere a bere con l'otturatore troppo aperto e con i tempi molto lunghi. E per le fabbriche dei nostri castelli di carta lontani chilometri; le guardi, non le sopporti. Come la cintura di sicurezza. Come la cintura di castità. Poi ti dico che dovrebbe bastarti come un grosso "scusa", disegnato sui tuoi pavimenti d'asfalto, questo blog, che un altro po' devo chiamarlo col tuo nome.

-che non sono parole scritte sui muri con qualche sigaretta accesa-



...comunque non me ne sono accorto, con tutti i tuoi cambi di capelli. Poi vado, vengo, per far cosa? Cercarti. Ma (non) ne vale proprio la pena. La gente che mi cancella da feisbucc! Mentre sono ad Amsterdam merita un po' di attenzione. Preferivo il castano chiaro. Poi puoi mandarmi a fare in culo seriamente. Non ho una prospettiva. L'unica cosa che posso fare è chiederti scusa per tutte le cazzate che ho fatto. e per tutte le cose brutte che ho detto. e per i tuoi cambi di discorso. Ma poi ho rinunciato. Ed ora sto pensando di fare la rinuncia anche in accademia. Perché ho l'ansia e sto male. Per poi tornare in auge. Ma quali puttanate. Ho anche accettato la tua richiesta di amicizia. E poi puoi pure mandarmi a fare in culo seriamente. Oh vuoi il mio stato d'animo?!? Tieniti ste canzoni. e comunque dente è simpatico. Pieno di insulti romantici. Visto che mi hai sconvolto e mi hai fatto perdere il sonno. Devo fare un esame di antropologia, anche gli esami mi rimandano a te, che brutta fine di merda. tranquilla che la colpa è mia. Ma la gente stringe davvero amicizia con te? Certo che erano per te. Anzi mi faccio un altro po' di sanbuca. Ma non è successo niente, vabbè un giorno ti dirò. Diecimila tarantelle. fammi una cazzo di sorpresa. Tiè fiori di lota. Essì che puoi rispondere. Chi cazzo dovrebbe ricordarmi? e poi grazie per avermi dato del pazzo, schizzato, suicida.



domenica 6 novembre 2011

Paulaner & Peroni & SostanzeVarie

Scrivere i gobbi delle nostre trasmissioni televisive, in lingue diverse, alimentando le nostre manie, che tanto torneremo a Roma, eterna, come le nostre mani, intrecciate, tra i capelli deturpati...
eravamo così vicini da intercettarci i pensieri tra le frequenze dei nostri occhi dissoluti.
I dischi dei ricordi danneggiati. collegamenti neurali in sciopero. come le dita ansiogene che mi lanciavi in gola.
Andiamo a visitare le cascate sui miei volti caotici.
Ti porterò al mare, ripetevo; mi porterai via; non ci saranno perturbazioni sui nostri cieli a soqquadro.
Ma non siamo tornati a bruciare i governi, non l'abbiamo mai fatto per davvero.
Ed ora non mi lanci i tuoi missili infelici, abbassi lo sguardo, lontani pochi centimetri, e poi io sono quello piccolo e ridicolo.

















Stringerti gli occhi. Nubifragi di colore tra i tuoi capelli deteriorati. Cesti di baci sul tuo sorriso. Le ansie per stroncare i nostri battiti cardiaci mentre ripetevo di non preoccuparti.