Non si andrà più a fare il bagno nello stagno.
Non cadranno più foglie dolci a primavera.
Non si dipingeranno più strane virtù a forma di cuore col tuo nome.
Non si farà più il bilanciamento sconvolto del bianco.
Non soffriremo più di manie d'antagonismo.
Non mi chiederò il perché non ci si scrive più.
Non più ci tireremo contro le bottiglie di brillantini mentre suona il carillon.
Non si andrà più a Sorrento per far perdere la verginità all'amore.
Non si vedranno più concerti di Giorgio Canali.
Il miele contrito, gli accendini scarichi, le mani nere sulla pelle non esisteranno più.
Non si sparerà più a salve sulle parole che hai leccato.
Non più incubi al posto dei sogni di neve.
Non ti farò più venire, i brividi.
Non si giocherà più al piccolo chimico.
Non immaginerò più la cena.
Non ci sarà più ne guerra ne brace.
Non si piangerà più ascoltando Chopin, ne si riderà su Mendelssohn.
Non vomiteranno più note stonate le mie chitarre dimenticate.
Non più ci saranno anadrammi nascosti tra le mie parole a vapore.
Non compreremo più preservativi per i nostri gavettoni autunnali.
Non ci saranno più giochi di carote. Non ci saranno più.
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