sabato 24 settembre 2011

Peroni & Ceres & SostanzeVarie

Notte dalla dignità soffocata.
Diamanti grezzi.
Falsità schiacciano la mera ovvietà.
Troppi i rebus imbucati tra le parole cullate dal vento, mai irrisolti.
Un androide paranoide. 
-Tanto la dignità è andata a male mentre mi perdo in queste parole assonnate-
Gli specchi parlanti. Che ti dicevano che sei bella, ma neppure volevi crederci. 
Che neppure volevi credermi.
I tuoi occhi blu. Lontani chilometri mentre eravamo distanti centimetri. Mentre hai avuto ancora la forza di alzarti, bruciavo. Mentre bruciavo la dignità.
Dignità perse (?)
Ridicolo. 
Detriti come grandine.

domenica 18 settembre 2011

Carlsberg

Le luci si spengono. Chopin ha smesso di suonare sulla tua pelle. 
Contemplare il vetro verdastro dei tuoi occhi. Re minore.
Un auto sgomma in questo silenzio -scappa via da te-
Segni di inchiostro sui tuoi resti, non sono le mie parole: cicatrizzate su quella moleskine violata qualche notte fa mentre (mi) sbrinavi il cervello dalle ansie agonistiche. Do maggiore.
Avevo bisogno di un interprete per le tue parole che non ho mai capito, nei nostri plebisciti vuoti con gli occhi sempre aperti. Fa di settima.
Macchine del tempo concepite con le nostre foto dai colori arrugginiti. C'erano futuri migliori, graffiati dalla puntina deforme del mio vecchio giradischi. Sol minore.


La crisi del foglio bianco, in fondo non è che una relazione complicata, come quelle dei fiori regalati nelle stazioni centrali. Fiori disperati delle nostre relazioni nauseanti, che erano zanzare nello stomaco.

lunedì 5 settembre 2011

Peroni & Becks

Radio, trasmissioni pragmatiche. Le solite ansie di inizio mese da pagare. Storie di straordinaria monotonia. Vivere attraverso un monitor, ascoltando il cinguettio noioso degli internauti internati nella loro stessa "libertà". |Vari Disordini| Immedesimarsi nei personaggi di Truffaut o di qualche film di merda che finite le due ore ti senti come Ian Curtis oggi, ma riparte, poi, la routine. |Desolazioni| Sigarette. Qualche birra. Deflagrarsi nell'attesa di un ritorno. Consumarsi, abituandosi alla settimana enigmistica delle mie rimembranze. Ora lenzuola pulite e cieli sintetici coperti da queste reminiscenze con le serrature arrugginite.