Le luci si spengono. Chopin ha smesso di suonare sulla tua pelle.
Contemplare il vetro verdastro dei tuoi occhi. Re minore.
Un auto sgomma in questo silenzio -scappa via da te-
Segni di inchiostro sui tuoi resti, non sono le mie parole: cicatrizzate su quella moleskine violata qualche notte fa mentre (mi) sbrinavi il cervello dalle ansie agonistiche. Do maggiore.
Avevo bisogno di un interprete per le tue parole che non ho mai capito, nei nostri plebisciti vuoti con gli occhi sempre aperti. Fa di settima.
Macchine del tempo concepite con le nostre foto dai colori arrugginiti. C'erano futuri migliori, graffiati dalla puntina deforme del mio vecchio giradischi. Sol minore.
La crisi del foglio bianco, in fondo non è che una relazione complicata, come quelle dei fiori regalati nelle stazioni centrali. Fiori disperati delle nostre relazioni nauseanti, che erano zanzare nello stomaco.
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