I tuoi insulti, forti, spediti a duemila chilometri di distanza, arrivavano chiari. Berlino mi sussurrava prepotentemente di non andare via, il cielo e le turbolenze, figlie di perturbazioni meteorologiche e mentali imminenti, mi davano il bentornato nella patria dei tulipani e delle malinconie preconfezionate. -Tu ci sei ovunque-
Alle cinque di mattina Amsterdam è vuota come quel giorno in cui decisi di attaccare le tue città con le mie ragazze kamikaze.
Questi cieli nordici ricordano altri cieli neri, disegnati dentro di noi. Arrugginiti come queste biciclette assonnate. I parchi, calpestati dalle nostre ombre sconvolte, si prendono cura delle parole, quelle che mai ci siam vomitati contro. Ancora eclissi sui tuoi occhi coperti mentre ti guardo da binocoli lontani.
Piove.
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