La memoria. Crudele. Sia si tratti della propria, sia quella di chi respira la nostra stessa aria. Essa non ha coscienza, manifesta ricordi, parafrasando quelli più intensi.
Ci porta proprio lì, dove consciamente o, magari, subconsciamente non vogliamo arrivare. Una vera e propria locomotiva che viaggia, più o meno autonomamente, su un percorso definito.
A. non reggeva più quei viaggi. Soffriva di "mal di treno". Cercava una cura. Benzodiazepine. Assenzio. Erba. Nulla di tutto ciò serviva a placare il disturbo e tantomeno lo aiutavano a fermare quella locomotiva.
Però la cura c'era. O almeno ne era convinto. Ed era lei. La sua dannata cura era lei.
lunedì 27 settembre 2010
Guinness, alla spina.
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