Quella sera A. uscì al balcone. Aveva voglia di correre, scappare via o forse, solamente, non restar fermo.
Il balcone dava su una vista abbastanza panoramica, ma lui questa volta non si perse in quelle luci, in quelle forme naturali e artificiali come era solito fare.
Anzi.
Anzi.
Sembrava nemmeno respirare.
Velocemente sfilò una sigaretta dall'involucro morbido, l'accese, e, prima che se ne rendesse conto, cominciò a piangere.
Sembrava non esserci un motivo.
Velocemente sfilò una sigaretta dall'involucro morbido, l'accese, e, prima che se ne rendesse conto, cominciò a piangere.
Sembrava non esserci un motivo.
Voleva correre. Ma era fermo, seduto.
Voleva Vivere. Ma non ci riusciva.
Era tornato il panico. Il suo "angelo" custode.
I lampi di luce, in lontananza, si facevano più frequenti,
ma il cielo non lacrimava.
Era solo.
Quella sera era dannatamente solo.
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