Questa volta A. riempiva la sua moleskine. Non ne voleva sapere di internet, delle relazioni e dello studio, banale e fintamente complicato, sulla fenomenologia del corpo.
Si accorgeva sempre di più che i suoi "testi", se così potevan essere definiti, avevano preso una piega adolescenziale. Così prendeva ripetutamente l'accendino e cercava di bruciare la sua "presunta" anima cartacea.
-IlSuicidioDiUnFantasma-
Non volevamo voltarci per guardarci:
rubare apparecchi elettronici per rivendere il rame.
I segni del sole sul collo. Le braccia tremanti e gli occhi poco increduli.
Fintamente vincenti. Fintamente perdenti.
Ma acerbi come quelle foto sature che guardavamo su flickr;
e mentre precipitava una cicca ardente, scambiata per una stella cadente
mi ripetevi che eri morta dentro.
Ed io ti spiegavo che erano solamente i lavori in corso,
pagati in nero; e che sprovvisti di elmetti protettivi
ci rifugiavamo sotto i portici del passato.
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