Gli acquedotti dei miei occhi hanno fatto gli straordinari, come le bugie che ci siamo [mai] scambiati: quelle parole deboli che facevano tremare i doppi vetri delle finestre sporche che (spesso) riflettevano il colore dei miei occhi artificiali e bulimici; dove spiavi i disastri delle case popolari subaffittate.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Ed eri impaziente di scorgermi.
Per, poi, deludermi.
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